Pro.Bio.Mar.

Progetto

Il progetto Pro.Bio.Mar., che vede la collaborazione del Dipartimento di Bioscienze, Biotecnologie e Ambiente dell’Università di Bari Aldo Moro, del Comune di Montegiordano (CS) e dell’associazione di promozione sociale Mediterraneo Interiore, intende proteggere e ripristinare la biodiversità marina dei fondali prospicienti il comune di Montegiordano (CS) (Mar Ionio settentrionale) mediante posa in opera di strutture sommerse (dissuasori) antistrascico e moduli di ripopolamento per l’implementazione della pesca artigianale e la maricoltura sostenibile. A tal fine sono state condotte preliminarmente indagini geofisiche e biologiche finalizzate alla localizzazione di specie ed habitat prioritari (e.g. praterie di fanerogame marine e biocostruzioni marine), propedeutiche ad una efficace dislocazione delle strutture sommerse. Al termine della posa in opera delle strutture avrà inizio la fase di monitoraggio biologico, volta all’osservazione della colonizzazione dei substrati artificiali e allo studio della comunità biologica bentonica e nectonica che si andrà strutturando intorno alle unità di ripopolamento e nelle aree circostanti.

La pesca a strascico è vietata entro una distanza di 3 miglia nautiche dalla costa o per profondità inferiori a 50 m (quando tale profondità è raggiunta a una distanza inferiore dalla costa), perché è in questo tratto di mare che si rileva la maggiore biodiversità e soprattutto è qui che gran parte delle specie si riproducono. Le frequenti infrazioni a questo regolamento rilevate lungo le coste italiane suggeriscono la necessità di attuare misure di tutela della fascia costiera, e fra queste risulta efficace la dislocazione sui fondi incoerenti di barriere artificiali, ovvero ostacoli solidi che imbriglino le reti impedendone il trascinamento. Tali strutture rappresentano anche una possibile soluzione ai problemi del recupero ambientale dei fondali degradati da uno sforzo di pesca troppo intenso. L’impiego sui fondi marini di barriere artificiali, utilizzabili come substrato e rifugio da parte di invertebrati e pesci, può costituire uno strumento fondamentale per il ripopolamento di aree poco produttive. Dal punto di vista ecologico le barriere artificiali si possono infatti considerare come “isole che interrompono la monotonia” dei fondi mobili, inducendo una diversificazione degli habitat e richiamando specie bentoniche vegetali e animali tipiche di substrati duri, normalmente assenti su un fondale sabbioso.
In particolare, l’incremento delle risorse ittiche è legato, sin dalla posa in opera delle strutture, al fenomeno etologico del tigmotropismo, una risposta comportamentale tipica di molti pesci, che risultano attratti dai substrati solidi immersi in mare. Successivamente tale attrazione risulterà
ulteriormente motivata dalla presenza di cibo (gli organismi che crescono sui substrati) e di rifugi, costituiti dagli anfratti presenti sui substrati artificiali. Le differenze in termini di ricchezza specifica e biomassa tra i popolamenti ittici presenti su substrati artificiali e naturali risultano a
favore dei substrati artificiali se questi ultimi sono realizzati con materiali ecocompatibili e se presentano superficie scabra e una architettura complessa.
Un ulteriore vantaggio indotto dalla dislocazione di barriere artificiali è dato dal loro interesse scientifico, grazie alla possibilità di effettuarvi studi sull’insediamento e la colonizzazione da parte di organismi vegetali e animali. Disponendo infatti di un substrato di cui si conosce precisamente
il tempo di immersione, sarà possibile ottenere dati sull’ecologia e l’etologia di numerose specie.
Infine, da non trascurare il possibile interesse ricreativo delle barriere artificiali, che in prospettiva possono diventare aree idonee per immersioni sportive, esercitando lo stesso fascino dei relitti veri e propri.

Gli interventi previsti per raggiungere gli obiettivi di progetto comprendono la realizzazione e posa in opera di due differenti tipologie di BA:

  • BA antistrascico (dissuasori), in grado di ostacolare l’azione delle reti sul fondale;
  • BA di ripopolamento, che costituiscano substrati idonei per l’insediamento di una comunità bentonica ricca e diversificata, in grado a sua volta di incrementare il popolamento ittico, soprattutto a carico delle specie di interesse per la piccola pesca costiera.